Informazioni personali

Una mente nostalgica che butta sempre un occhio al passato e l'altro pure! Affetta da Anglofilia acuta, divoro compulsivamente serie tv, musica anni '90 e la mia wishlist libresca copre esattamente la distanza da Thornfield Hall a Magrathea.

12 gen 2013

Le Cronache di Geppy: il gatto, l'ammiraglio e la sigaretta elettronica #2

-L'AMMIRAGLIO-

Non c'entra la battaglia di Trafalgar, né tantomeno la cronaca di questi giorni che ha riportato alla ribalta capitani, tenenti, vascelli, fregate e fregature.
Di questo ammiraglio non c'è traccia né nei libri di storia né nei quotidiani perché è frutto dell'estro del creatore di una delle serie televisive più belle che io abbia visto da molto tempo a questa parte. Sto parlando dell'ammiraglio del Galactica, l'ammiraglio William Adama.
Eh, che pensavate? Qui si parla di questo: personaggi inventati o inventori di personaggi. Inventori di fantasie, melodie e di qualsiasi cosa una mente interessante riesca a produrre. Ok, anche di cavolate a volte. Forse più di una volta, è vero. Tutto il resto però lo lascio a chi se ne intende e ha voglia di prendersi sul serio. Io passo. Passo e chiudo.
Battlestar Galactica, questo è il nome della serie, se si amano le serie tv, la fantascienza e il drama, quello fatto bene, è imperdibile. Mi riferisco in realtà al più famoso dei vari remake ed anche il più recente: quello andato in onda dal 2004 al 2009 e creato da Ronald D. Moore che già aveva lavorato come sceneggiatore a varie serie di Star Trek ( The next generation, Deep Space Nine e Voyager). Seppure tratta alcuni dei temi classici della fantascienza, la macchina che si ribella al suo creatore e che al tempo stesso gli vuole assomigliare, l'originalità e la forza di questa serie sta tutta nei personaggi.  Questo ha permesso a gente come me, che mastica poco il fantascientifico, di avvicinarsi a questa serie e rimanerne attratto. La quantità e la qualità dei temi trattati può avvicinare qualsiasi tipo di pubblico e probabilmente questo è stato il segreto del suo successo: religione, mitologia, rapporto tra potere politico e militare, pregiudizio razziale, sono solo alcuni esempi. Abbondano poi le citazioni e le simbologie, il tema dell'esodo su tutti. Ma non sono mai scontati. Non c'è buonismo, al massimo qualche strizzatina d'occhio.
Dicevo che il punto di forza sono i personaggi. Questi non solo sono ben caratterizzati ma sono anche ottimamente recitati.
E l'ammiraglio appunto, che all'inizio della serie è semplicemente un comandante che si appresta ad andare in pensione, è uno dei migliori. Il mio preferito in assoluto. Di lui ci viene mostrato, come accade per quasi tutti i personaggi, il meglio e il peggio. Quello che più di tutti deve prendere delle decisioni importanti, decisioni che spesso possono compromettere la sopravvivenza del gruppo, decisioni che possono essere sbagliate. Ma Adama quando sbaglia sa anche tornare sui suoi passi e chiedere scusa, mettendo da parte le etichette militari in favore di scelte più umane ma mai la sua autorevolezza. Adama deve moltissimo a Edward James Olmos, il tenente Castillo di Miami Vice o, se preferite, Gaff di Blade Runner. Olmos è un attore molto carismatico ed è riuscito a strappare una lacrima anche a una non-telepiagnona come me.  Non dirò perché e non metterò nessuna sinossi, trama o riassunto di Battlestar. Non perchè mi pesano le mani, basterebbe un copia e incolla e una punta di nonchalance, semplicemente perchè va vista. Ti ho dato, ipotetico passante, tutti gli strumenti che avevo io prima di iniziare a guardarla, quelle poche cose che hanno stimolato la mia curiosità e qualche spinta in più.
Si, ci sono battaglie spaziali.
Si, è pieno di gnocca.



 Pace & So say we all

Segue...
Stay tuned

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